Commemorazione del prof. Carlo Succi (1919-2000)

( intervento del prof. Valter Giuliani tenuto il 20 giugno 2001 nella Sala di Rappresentanza presso il Dipartimento di Matematica - Milano )

 

E' per me un grande onore prendere la parola per commemorare la figura del professore Succi che è stato relatore della mia tesi di laurea in Fisica discussa nel 1989. Sono docente in una scuola superiore del lecchese e dalla data della tesi collaboro con il collega prof. Massimo Valisa alle attività, coordinate dal prof.Gianni Lucchini, del laboratorio di fisica del Dipartimento di Matematica.

Non nascondo la mia emozione e commozione per due motivi. Il primo è perché mi trovo di fronte ad una platea di stimatissimi accademici e di familiari che hanno avuto la fortuna di lavorare o vivere per lungo tempo con Lui e mi scuso con Voi se, citando fatti o persone commetterò inesattezze. Il secondo motivo è che ero legato al professore da un sentimento di profonda riconoscenza e affetto.

Volendo preparare scrupolosamente questo mio intervento ho effettuato una dettagliata ricerca e sono rimasto colpito dall'impressionante mole di lavoro svolto dal professore nella sua lunga attività di ricercatore e docente. Citerò soltanto alcuni dati: ha pubblicato dal 1949, che è la data della sua laurea in Matematica (la sua seconda laurea in Fisica è del 1951), decine di lavori scientifici sulle più prestigiose riviste nazionali e internazionali. Il campo dei suoi studi come ricercatore è stata la fisica atomica e nucleare; tale interesse si è concretizzato nella progettazione, costruzione e gestione di importantisimi e innovativi apparecchi quali la “camera a diffusione” e la “camera di Wilson”. Con quest'ultimo strumento fece la sua più importatnte scoperta: escluse l'esistenza di una particella che avrebbe dovuto essere circa 500 volte più pesante di un elettrone, la cui esistenza era stata ipotizzata da studi teorici. Da segnalare anche il determinante contributo alla realizzazione del più impegnativo apparato: il ciclotrone, cioè un acceleratore di protoni da 45 MeV, smantellato - con suo grande dispiacere – di recente. Per le sue competenze nella fisica moderna e per le doti di sperimentatore e organizzatore meticoloso, tenace e geniale, fu nominato direttore della sezione di Milano dell'Istituto Nazionale di fisica nucleare, un prestigioso incarico che svolse con grande dedizione ma che gli costò, come più volte da Lui ricordato, notevoli sacrifici.

Per quanto riguarda la sua attività di docente tenne corsi in differenti Facoltà e Dipartimenti (Fisica, Matematica, Chimica, Medicina) nelle più svariate tematiche della fisica. Ad esempio fu titolare dei corsi di: fisica generale e sperimentale, acceleratori di particelle, tecniche e misure fisiche, ottica elettronica, fisica nucleare, fisica sanitaria. A proposito di quest'ultimo corso amo ricordare un aneddoto: quando gli fu diagnosticata la malattia dovette sottoporsi ad una serie di sedute di radioterapia e mi raccontò che i medici si erano più volte spazientiti con Lui perchè faceva un sacco di domande tecniche alle quali non riuscivano a rispondere e, inoltre, voleva dare consigli - evidentemente non graditi - sul dosaggio delle radiazioni.

E' stato, inoltre, relatore di numerose tesi, almeno una cinquantina, ed autore di un pregevole libro di testo per Licei, scritto in collaborazione con l'amata moglie.

Per descrivere le sue doti di ricercatore e docente cito testualmente quello che ebbe a sottoscrivere la commissione che, nel 1964, lo giudicò quando fece domanda per il passaggio alla cattedra di professore straordinario: “ La commisione ritiene il candidato in possesso di notevole preparazione generale e di ampia comprensione dei fenomeni fisici su cui si basa il progetto di apparecchiature di grande impegno e all'unanimità gli riconosce la maturità scientifica e didattica e lo giudica degno di particolari considerazioni ”.

La sua attività subì una netta svolta nel 1980, quando passò al Dipartimento di Matematica dove abbandonò la ricerca pura e indirizzò tutti i suoi sforzi verso la didattica. In particolare sviluppò una metodologia di tipo storico-critico-sperimentale, proponendo come elemento caratterizzante l'esecuzione sistematica e coordinata degli esperimenti chiave della fisica classica. Questa attività culminò nella progettazione di 15 minilaboratori ancora perfettamente funzionanti, formati da elementi componibili di grande versatilità per l'allestimento di apparecchiature adatte all'esecuzione di esperimenti, nella messa a punto di monografie su argomenti di fisica e in una serie di brillanti ed appassionate conferenze su ogni ramo delle scienze fisiche.

Dopo aver descritto la sua attività di docente e ricercatore vorrei concludere parlando di quello che mi ha colpito della presonalità del professore. Seppure con i suoi studenti fosse molto esigente, da parte nostra era sempre una gioia e un privilegio ascolatare le sue lezioni e anche le sue conversazioni. A questo punto ricordo che durante il periodo della tesi, dopo una giornata di duro lavoro era sua abitudine invitarmi nel suo studio a per raccontare della sua giovinezza, del periodo della guerra, della sua attività di ricercatore e della sua passione per la montagna. Era molto legato alla sua terra, alle sue origini ed alla famiglia. Quando gli chiesi perché mai, dopo i riconoscimenti scientifici ricevuti non si fosse trasferito all'estero alla ricerca di più lauti guadagni e successi, così, come avevano fatto molti suoi colleghi, mi rispose che amava troppo il suo paese e la sua famiglia e poi….sua moglie non glielo avrebbe concesso!

Pur essendo un uomo di grande cultura amava stare con la gente semplice e con le loro tradizioni. Dopo la laurea volevo trovare un modo per sdebitarmi con Lui e l'occasione giunse quando, tornando una notte dall'osservatorio astronomico di Sormano, mio malgrado, investii una lepre che mi aveva tagliato la strada. Gliene parlai e fu felice di venire a casa mia con la famiglia a mangiare la povera lepre preparata da mia madre: il mio debito era saldato.

C'è un altro episodio che testimonia la sua grande carica umana. Negli ultimi mesi di vita, già malato, mi disse, con entusiasmo e una certa commozione, di aver acquistato per la amata nipotina un ingranditore fotografico per insegnarle le tecniche di sviluppo e stampa delle fotografie. Succi era così: in Lui è sempre stata presente, fino alla fine, la meraviglia e la gioia di studiare e - come un bambino - anche di giocare con i fenomeni dai più semplice ai più complessi e di trasmettere questa sua passione agli altri.

Finisco questo mio intervento ringraziando i presenti, in particolar modo il direttore del dipartimento di Matematica prof.Paganoni per aver voluto queste celebrazioni e per l'appoggio che continua a dare alle attività del laboratorio di fisica: questo è il più bel regalo che le istituzioni accademiche possano fare al prof. Succi. E, caro profesore, anch'io, a nome di tutti quelli che hanno avuto la fortuna di averti come “maestro”, voglio farti un grande, anzi grandissimo regalo: a te, che tra le tante cose amavi anche i minerali, regalo una roccia gigantesca di 10 Km di diametro che sta orbitando tra il pianeta Marte e Giove. Si tratta di un asteroide che ha la sigla provvisoria 1197 RO7 e che ho scoperto la notte del 9 settembre 1997 all'osservatorio di Sormano, mentre transitava nella costellazione dei Pesci. Agli scopritori di asteroidi viene concesso l'onore di dare loro un nome, deve essere quello di un uomo importante che abbia dato un contributo alla ricerca scientifica. Non ho alcun dubbio, l'asteroide si chiemerà Carlo professore Succi: entro un mese verrà ufficializzata l'assegnazione del nome così, caro prof. Carlo potrai risplendere in cielo….. per sempre.

Con affetto.

 

La comunità astronomica internazionale ha ufficializzato l'assegnazione del nome Carlo Succi al 13689 esimo asteroide finora scoperto. La citazione è la seguente:

(13689) Succi = 1997 RO7

Discovered 1997 Sept. 9 by V. Giuliani at Sormano Astronomical Observatory.

“Carlo Succi (1919-2000), a professor of physics at the University of Milan, was also director of the local section of the Istituto Nazionale di Fisica Nucleare. His interests ranged from a pioneering study of cosmic rays to the development of the Milan 50-MeV cyclotron”.

I parametri orbitali dell'asteroide sono i seguenti:

Epoch 2001 Oct. 18.0 TT = JDT 2452200.5 Williams

M 334.53185 (2000.0) P Q

n 0.17512472 Peri. 132.18081 +0.02765436 +0.99275663

a 3.1640093 Node 138.95823 -0.96159230 +0.05837245

e 0.0582460 Incl. 10.25686 -0.27308512 -0.10500923

P 5.63 H 13.2 G 0.15 U 1

From 58 observations at 4 oppositions, 1991-2001, mean residual 0".68.