LA FISICA A GARDALAND

 

Contributo al

 

5° CONGRESSO NAZIONALE ADT

 

 

Valter Giuliani, Irma Battagliese, Loredana Villa

Istituto Tecnico Commerciale Sperimentale “A.Greppi” Monticello Brianza (LC)

 

 

 

1.      Riassunto

 

Con questa comunicazione si intende illustrare come anche le attrazioni di un parco divertimenti permettano, con l’ausilio di sistemi di acquisizione dati in tempo reale (RTL), di studiare fenomeni fisici. Vengono esposti i risultati ottenuti misurando con un accelerometro ed un sensore barometrico, gestiti da un’interfaccia, l’accelerazione, la pressione atmosferica e quindi, indirettamente, l’altezza dal suolo  su alcune delle più spettacolari attrazioni di Gardaland. Il sistema di misura utilizzato, caratterizzato dall’alto numero di campioni rilevabili, dalla compattezza ed autonomia, ha permesso di analizzare, ad esempio, la folle picchiata dello “Space Vertigo”. In particolare, le misure eseguite su quest’ultima attrazione hanno stabilito che i partecipanti, precipitando lungo una rotaia verticale con un’accelerazione molto prossima a quella di gravità, si trovano, anche se per un breve periodo, in uno stato di imponderabilità o, più precisamente, in “assenza di peso apparente”. L’insieme dei dati raccolti ha fornito ampio materiale per una utile, approfondita ed appassionata discussione in classe. 

 

2.      Introduzione

 

In un parco divertimenti, come Gardaland, ci sono attrazioni che, oltre a procurare forti emozioni ai partecipanti permettono di eseguire la verifica di leggi e l’analisi di fenomeni fisici. La situazione è pari a quella di un gigantesco laboratorio di fisica dove lo sperimentatore vive l’esperimento direttamente, piacevolmente e in modo divertente, anche se a volte con un po’ di brivido. Negli ultimi anni si è assistito ad un sempre maggior utilizzo di gite a parchi di divertimento per lo studio “sul campo” della fisica. Articoli a riguardo si possono trovare su riviste come The Physics Teacher, editoriale dell’AAPT (American Association of Physics Teachers) la quale ha pubblicato uno specifico testo sull’argomento, Amusement Park Physics.

Tuttavia, senza l’utilizzo dei sistemi di acquisizione dati portatili on-line l’esecuzione di misure fisiche sulle attrazioni, soprattutto su quelle più spettacolari, è difficoltosa e imprecisa. ll testo sopraindicato suggerisce, ad esempio, che in assenza dei sistemi di misura automatici, la determinazione dell’accelerazione possa essere eseguita con un semplice accelerometro autocostruito o reperibile presso le ditte di materiale didattico, il quale altro non è che un dinamometro a molla che, dopo avergli applicato una massa di valore noto permette la lettura, su una opportuna scala, dell’accelerazione. Un tale dispositivo non è preciso ed è poco pratico da utilizzare, soprattutto sulle attrazioni caratterizzate da brusche variazioni della velocità. I sistemi RTL raccogliendo  automaticamente, rapidamente e con precisione i dati permettono di passare da una trattazione semi-qualitativa ad una quantitativa anche in situazioni di rapido mutamento facendo perciò in modo che una attività di carattere ludico assuma connotazioni di carattere scientifico.

 

3.  Motivazioni didattiche

 

 

 

 

Nella nostra scuola da tre anni i docenti di fisica propongono agli studenti del secondo anno degli indirizzi tecnici e del quarto anno dell’indirizzo umanistico una uscita didattica  a Gardaland. Con essa si intende condurre gli studenti ad una maggior comprensione dei fenomeni della meccanica, che è parte fondamentale del curriculum di queste classi, non solo con modelli esplicativi o con esperimenti eseguiti in laboratorio ma anche con l’esperienza diretta. Quest’anno si è voluto arricchire la visita al parco giochi più famoso d’Italia con la strumentazione di misura  on-line che da poco tempo è entrata a far parte dell’attrezzatura del laboratorio di fisica.

 

4. La strumentazione

 

Per la conduzione dell’esperimento sono stati utilizzati:

 

- accelerometro monoassiale “5 g” Vernier (LGA-BTA)

- sensore barometrico Vernier (BAR-BTA)

- interfaccia LabPro della Vernier

- calcolatrice grafico-simbolica TI-89 con installato il programma DataMate [1].

 

 

5.      Flying Island , Space Vertigo e Magic Mountain

 

Le misure sono state eseguite su tre delle più spettacolari attrazioni di Gardaland: Flying Island, Space Vertigo e Magic Mountain. Nell’attrazione Flying Island i viaggiatori trovano posto su una piattaforma panoramica circolare che viene sollevata sino ad una altezza di circa 50 metri dal suolo grazie ad un lungo braccio meccanico che la solleva lateralmente facendole compiere un arco di quasi 90 gradi nell’aria (vedi fig.1).

 

fig.1  L’attrazione Flying Island

 

Questa attrazione pur spettacolare, perché permette di osservare dall’alto il parco divertimenti e le bellezze del lago di Garda, non è particolarmente emozionante poiché sia la salita che la successiva discesa sono lente. Tuttavia rappresenta un ottimo banco di prova per la strumentazione. Space Vertigo è invece un’attrazione da brivido. Si tratta di una torre con vagoncini che la circondano  sui quali trovano posto i passeggeri (vedi fig.2). Si viene trainati in cima alla torre, quindi, dopo un attimo di sosta, i supporti che trattengono i vagoncini vengono tolti di colpo e i passeggeri precipitano in caduta pressoché libera fino a pochi metri dal suolo, dopo di che si viene rallentati fino all’arresto. Magic Mountain è un percorso di montagne russe molto emozionante caratterizzato da una discesa iniziale che fornisce un forte senso di “vuoto d’aria” ai partecipanti, due giri della morte  e da due avvitamenti (vedi figura 3).

 

 

 

 

Fig.2    L’attrazione “Space Vertigo”

Fig.3     L’attrazione “Magic Mountain”

 

 

 

6.      Dati acquisiti e loro elaborazione

 

Eseguita l’acquisizione dei dati si è operato una prima valutazione delle misure eseguite attraverso le opzioni che il programma DataMate mette a disposizione. Una analisi più approfondita è stata eseguita nei giorni successivi in classe facendo sia ricorso agli strumenti di elaborazione della TI-89 che al foglio elettronico Excel [2]. E’ opzionale l’uso di Excel; per scelta si è voluto verificare la possibilità di esportare i dati e utilizzarli, su un computer, con un altro programma.

 

 

 

 

 

Flying Island

 


E’ stato impostato il programma DataMate sulla TI 89 per una lettura della pressione atmosferica e della accelerazione a intervalli di 0.5 secondi, per un tempo complessivo di 3 minuti e mezzo, che è la durata dell’attrazione. I grafici ottenuti sono riportati nelle figure 4 e 5.


 

 


Fig.4 e 5 – Valori  della pressione atmosferica e dell’accelerazione misurata verso il tempo

 

 

Il grafico ottenuto con il sensore barometrico mette ben in evidenza la diminuzione della pressione atmosferica con l’altitudine che, dal valore di 753.8 mmHg scende di oltre 3 mmHg quando la piattaforma raggiunge, dopo un minuto,  la massima altezza. Poiché la variazione di pressione di 1mmHg corrisponde a un dislivello di circa 10.5 metri [3] è possibile costruire una specie di profilo altimetrico del percorso effettuato dall’attrazione. Per fare ciò si può utilizzare un foglio elettronico, come l’ambiente Data/Matrix Editor della calcolatrice, richiamando i dati raccolti che, se nel frattempo non è stata eseguita un’altra misura,  sono stati memorizzati nel file  CBLdata nelle colonne c1(tempo), c2(accelerazione) e c3 (pressione atmosferica). Essendo massima la pressione a livello del suolo, le altezze successive, in metri, sono ottenibili portandosi con il cursore nella cella di intestazione della colonna c4 ed inserendo, come mostrato nella figura 6, la seguente formula:  altezza =(max(c3)-c3)*10.5


 

 

 


Fig. 6 – Calcolo dell’altezza dal suolo  e sua rappresentazione grafica in funzione del tempo.

                                                                            .

Dal grafico risulta che l’altezza massima raggiunta dall’attrazione è di 40 metri con un incertezza pari a ± 3 metri, dal momento che il sensore barometrico ha una risoluzione di circa 0.3mmHg.

Il grafico altimetrico non è un diagramma orario cioè un diagramma dello spazio effettivamente percorso verso il tempo, sia perché la piattaforma viene sollevata lungo una traiettoria curvilinea e non verticale e sia per il fatto che, raggiunta la massima altezza non si ferma ma comincia a ruotare su se stessa. Tuttavia è possibile fare delle valutazioni cinematiche analizzando la pendenza dei tratti di grafico relativi alla salita e alla discesa. Essendo tali tratti sostanzialmente rettilinei se ne deduce che  la velocità nella direzione verticale in queste due parti del percorso è rimasta in modulo pressoché costante, anche se un confronto delle relative pendenze mostra che è risultata leggermente più rapida la salita della discesa. Ad avvalorare queste considerazioni è l’analisi del grafico dell’accelerazione il quale mostra che, prescindendo dalla rumorosità del segnale, i viaggiatori della piattaforma panoramica, sono stati sottoposti ad una accelerazione risultante nella direzione verticale che non si discosta molto dallo zero (il valore massimo registrato è 0.5 m/s2). Alla partenza, al raggiungimento della massima altezza e al termine della discesa si registrano gli scostamenti più significativi.

 

Space Vertigo

 

Mentre il moto su Flying Island si è svolto senza brusche variazioni della velocità, i passeggeri di Space Vertigo, un’altra attrazione caratterizzata da una salita ed una discesa, sono stati sottoposti, anche se per breve tempo,  ad intense accelerazioni come evidenziato nei sottostanti grafici di figura 8 e 9, ottenuti con un tempo di campionamento di 0.1 secondi  per una durata di registrazione complessiva di 30 secondi.

 


 


                                        

Fig.8 e 9  – Valori  della pressione atmosferica e dell’accelerazione misurata verso il tempo sullo “Space Vertigo”

 

Il grafico dell’andamento della pressione atmosferica di  figura 8 mette subito in evidenza come la discesa dalla torre  sia avvenuta in tempi molto più brevi della salita. I passeggeri scendono verso il suolo con una accelerazione il cui valore è prossimo a quella di gravità come si evince dal grafico  della figura sottostante.


 


Fig.10 – L’andamento dell’accelerazione verso il tempo  dopo un ZoomBox  sul grafico di figura 9.

 

 

Per meglio mettere in evidenza le varie fasi che caratterizzano l’attrazione i dati sono stati importati, mediante il software TI-Graph Link, nel foglio elettronico Excel. E’ stata ottenuta la rappresentazione grafica dell’andamento dell’altezza dal suolo  e dell’accelerazione in funzione del tempo ottenendo il seguente grafico (figura 11):

 

 

 


 

 

 

 

 

 


Fig. 11 – Andamento della pressione atmosferica e dell’accelerazione ottenuta con Excel

 

 

 

 

Dal grafico si può osservare che la sommità della torre viene raggiunta dopo circa 17 secondi. Poiché la salita è avvenuta a velocità pressoché costante l'accelerazione, salvo piccole oscillazioni,  si discosta poco dallo zero. La fase della sosta alla massima quota, ben evidente nel “grafico altimetrico”, della durata di circa 4 secondi  è caratterizzata da una accelerazione nulla come mostrato nel diagramma dell’accelerazione. Successivamente i vagoncini con i passeggeri vengono lasciati cadere liberamente con un’accelerazione che ha un andamento rettilineo pressoché orizzontale di valore prossimo a quello di gravità e quindi sono, per circa due secondi, in uno stato di caduta libera e quindi di imponderabilità, o in "assenza di peso" [4]. Continuando con l’analisi dei dati, dopo la caduta libera si osserva il brusco rallentamento fino all'arresto caratterizzato da una decelerazione ben più intensa di quella di gravità che riporta il passeggero nello stato di quiete.

 

Dopo l’analisi dei grafici si è studiato il moto di caduta libera, che come è noto è un moto uniformemente accelerato, da un punto di vista cinematico ed energetico. Si è voluto vedere se i dati raccolti rispecchiano effettivamente le leggi di un moto uniformemente accelerato, ed infine esaminare come cambiano durante il moto l’energia cinetica e l’energia potenziale. Per fare ciò è stato utilizzato sia Excel che l’ambiente Data/Matrix Editor della TI 89. Si  vuole mostrare i risultati ottenuti con la calcolatrice. La prima operazione è stata quella  di estrarre dalle liste, dove la calcolatrice ha memorizzato le misure raccolte nel seguente modo L1 = tempo L2=accelerazione L3=pressione, la parte dei dati relativi soltanto alla fase di caduta libera. Per estrarre da una lista una parte dei suoi elementi si può usare il comando “mid” (medio) caratterizzato dalla seguente sintassi:

medio (nomelista, elemento iniziale da estrarre, numero elementi da estrarre)

Si tenga presente che con tale comando la lista originaria non viene modificata e pertanto la nuova lista non è memorizzata in alcuna variabile. Quindi se la si volesse richiamare è necessario definirla in una variabile con il comando STO>.

Poiché la fase di caduta libera ha avuto inizio dopo la 215 esima misura raccolta e si è protratta per altre 19 misure  sono stati inseriti nell’ambiente HOME della calcolatrice i comandi:

 

mid(L1,215,19)® ptime

mid(L2,215,19)® pacce       

mid(L3,215,19)® pbaro

 

Le nuove liste ptime, pacce e pbaro sono state successivamente raccolte in una variabile dati chiamata space mediante il comando NewData  space,ptime,pacce,pbaro.

E’ stato così possibile richiamare la nuova variabile dati nell’ambiente Data/Matrix Editor. A questo punto i dati selezionati possono essere elaborati. Ad esempio, per  determinare il valore medio dell’accelerazione durante la caduta libera si preme F5 (Calc), si seleziona, come Calculation Type, OneVar e come unica variabile (x) la colonna c2. Premuto ENTER, nella finestra il primo dato statistico che appare è la media cercata mentre il quarto dato, Sx, è la deviazione standard come mostra la figura 12:


 

 

 

Fig.12 – La parte dei dati relativi al moto di caduta libera raccolte con il comando NewData e i parametri statistici relativi all’accelerazione.

 

Assumendo come incertezza la deviazione standard, i valori dell’accelerazione, che sono variati in modo casuale, sono esprimibili come: a = (9.52 ± 0.66) m/s2.

Si noti che l’accelerazione è risultata solo leggermente inferiore al valore di 9.8 m/s2 che rappresenta  l’accelerazione di gravità per un corpo in caduta libera in prossimità della superficie terrestre e nel vuoto, ciò significa che gli attriti non erano eccessivi.

Per avere una conferma che il moto sia effettivamente uniformemente accelerato si è costruito il diagramma delle velocità e il diagramma orario. Poiché  l’accelerazione è stata misurata in modo discreto in tempi tk separati tra loro dall’intervallo Dt = 0.1s, si può ottenere la velocità vk(tk) in quegli istanti calcolando l’area sottesa dal diagramma accelerazione-tempo mediante la formula vk=DtSi=1,k(ai). Analogamente, ricordando che l’area sottesa dal diagramma velocità-tempo è lo spazio percorso, la determinazione dello spostamento sk compiuto dall’inizio del moto di caduta libera fino all’istante tk è definito dalla relazione sk=DtSi=1,k(vi). Nell’ambiente Data/Matrix Editor è possibile calcolare  le liste con i valori di vk e sk utilizzando il comando cumSum(), come mostrato in figura 13.


 

 

 


Fig. 13- Calcolo della velocità in m/s e dello spazio percorso in metri.

 

 

 

 

Ridefinendo i tempi in modo che la fase di caduta libera inizi a  t = 0 si ottengono i seguenti grafici:


 

 

 


Fig.14 - Grafico della velocità verso il tempo. La linea che unisce i valori sperimentali è la retta di regressione lineare.

Fig.15 - Grafico dello spazio percorso verso il tempo.  

 

Dal grafico di figura 14 appare più che plausibile l’ipotesi di una proporzionalità diretta tra velocità e tempo. Richiedendo, dall’ambiente Data/Matrix Editor mediante il comando F5:calc, una interpolazione lineare del grafico per ricavare l’accelerazione come pendenza della retta che meglio interpola i dati , si è ottenuto per l’accelerazione il valore 9.59 m/s2, che non si discosta molto da quello ricavato in precedenza. Il successivo grafico di figura 15 evidenzia la dipendenza quadratica tra distanza percorsa e tempo impiegato e permette di classificare il moto come uniformemente accelerato. Dai precedenti grafici o dalle relative tabelle si ricava la massima velocità raggiunta al termine della caduta libera, 18.1 m/s = 65 Km/h (!), e lo spazio percorso durante questa fase: circa 18 m. Tenendo presente che la caduta è iniziata da un’altezza di 27 metri si ricava lo spazio di frenata quantificabile in 9 metri. Essendo nulla la velocità finale, e di circa 1 secondo il tempo di arresto si ottiene un valore previsto per la decelerazione, se il moto fosse stato uniformemente decelerato, di a=vi/t=18 m/s2, valore in accordo con quanto rilevato dall’accelerometro.

Con le liste dei valori delle velocità e degli spostamenti è possibile analizzare il moto dal punto di vista energetico e verificare il principio di conservazione dell’energia. Nell’ambiente DataMatrix Editor si sono costruite le liste delle energie potenziali e cinetiche per un passeggero di massa pari a 60 Kg , come mostra la figura  16.


 

 

 


Fig.16 - Valori in Joule dell’energia cinetica, potenziale e totale di uno studente di massa 60 Kg in caduta libera su Space Vertigo. I valori dell’energia potenziale sono negativi perché si è assunto come quota di riferimento l’altezza massima raggiunta dal passeggero.

 

 

 

 

 

Come si può notare dalle tabelle e dai grafici  di figura 17 e 18, ad un aumento dell’energia cinetica corrisponde una diminuzione dell’energia potenziale che dà luogo ad un’energia totale che assume valori sempre più negativi.


 

 

 


Fig 17- Rappresentazione dei valori  dell’energia cinetica Ec (x), dell’energia potenziale gravitazionale Ep(+) e dell’energia totale Et() del passeggero di Space Vertigo durante la fase di caduta libera.

 

Fig 18 – Ingrandimento, ottenuto con il comando ZoomIn, della parte centrale della figura 17 per mettere in evidenza l’andamento dell’energia totale(▪)

 

Questo fatto risulta coerente con l’ipotesi che oltre alla forza peso che determina la caduta del passeggero verso il basso agiscano delle forze di attrito, opposte al moto stesso che riducono in parte l’energia cinetica che il corpo avrebbe acquistato in loro assenza; i valori negativi dell’energia totale, ovvero la perdita di energia cinetica, rappresentano il lavoro di tali forze.

E‘ stato interessante rilevare che se per la determinazione dell’energia potenziale si utilizzano le altezze dedotte dalle misure della pressione atmosfera, invece di quelle ottenute con il processo di integrazione delle velocità, si ottiene, come mostrato nella figura 19, che l’energia totale è positiva: un risultato evidentemente assurdo [5].


 

 


Fig.19 - Rappresentazione dei valori  dell’energia cinetica, potenziale gravitazionale e totale del passeggero dello Space Vertigo  ricavati considerando  le altezze ottenute  dalle misure della pressione atmosferica. E’ evidente l’andamento inatteso dell’energia totale.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Magic Mountain

 

Con un intervallo tra i campionamenti di 0.1 s ed una durata complessiva di 80 s si sono ottenuti i seguenti grafici che mostrano l’andamento dell’altezza dal suolo e dell’accelerazione sulle montagne russe:


 

 


Fig.20 – Andamento della pressione atmosferica e dell’accelerazione ottenuta con Excel

 

Del percorso molto articolato di questa attrazione si intende presentare l’analisi eseguita sulla prima parte del tracciato. I vagoncini con i  passeggeri dopo essere stati sollevati fino ad una altezza di circa 27 metri e dopo aver acquisito una certa velocità, grazie ad una piccola discesa iniziale, ne affrontano una seconda ben più impegnativa. Si è voluto stabilire se tale discesa ha, almeno inizialmente, un andamento di tipo parabolico. In tal caso, in quel tratto del percorso, i passeggeri, così come avviene  per un proiettile lanciato orizzontalmente da una certa altezza, verrebbero sottoposti ad un’accelerazione verticale  di valore pari a quella di gravità e quindi si troverebbero in caduta libera.

Le misure fornite dall’accelerometro devono essere valutate con attenzione poiché il sensore durante la discesa non mantiene la corretta posizione di funzionamento [6]. Pertanto, per verificare le ipotesi fatte, si è preferito confrontare il profilo della rotaia con l’equazione della traiettoria che percorrerebbe un corpo dotato di una velocità iniziale pari a quella posseduta dai passeggeri prima della caduta. Con il  programma Microsoft Image Composer è stato facile, partendo dall’immagine di figura 21, posizionare con il mouse il puntatore lungo il profilo della rotaia e leggere le corrispondenti coordinate X,Y sullo schermo.

 

 

 

Fig.21     La discesa più impegnativa dell’attrazione “Magic Mountain”

 

 

La traiettoria teorica prevista, ricavabile dalle equazioni dei due moti che avvengono simultaneamente, orizzontale (rettilineo uniforme) e verticale (uniformemente accelerato), è:


 


dove h è l’altezza del tratto di discesa analizzato e v è la velocità orizzontale iniziale, il cui valore di 8 m/s è ricavabile applicando il principio di conservazione dell’energia tra l’inizio e la fine della piccola discesa iniziale. Con una opportuna trasformazione di coordinate eseguita nell’ambiente Data/Matrix Editor, è stato possibile ridurre alla stessa scala la  traiettoria effettivamente percorsa e quella prevista teoricamente; i risultati sono mostrati nelle figure 22 e 23.


 

 

 


Fig. 22 – Calcolo della traiettoria seguita dal trenino delle montagne russe (Xmis, Ymis) e dell’equazione della traiettoria parabolica teorica.

 

Fig. 23 -  Traiettoria parabolica  di un corpo sparato orizzontalmente con velocità uguale a v= 8 m/s (▪) e traiettoria seguita dal trenino delle montagne russe durate la ripida discesa() .

 

Risulta evidente che la discesa viene affrontata , come era prevedibile, lontano dalle condizioni di caduta libera.

 

 

 

7.  Considerazioni finali

 

Accanto all’aspetto indubbiamente ludico del contesto in cui avviene la raccolta dati, le successive fasi di rielaborazione e sistematizzazione  dei medesimi  si rivelano uno strumento didattico efficace che può trovare una sua collocazione  nella programmazione disciplinare,  affiancando le più tradizionali e collaudate metodologie di insegnamento della Fisica.

Finalità certamente non trascurabili che tale lavoro permette di conseguire sono la  consapevolezza della possibilità di descrivere in termini di  leggi e trasformazioni fisiche molti eventi osservabili al di fuori dei laboratori scolastici, utilizzando correttamente  tecniche  di misura e strumenti elettronici per l’elaborazione dei dati, e la comprensione dell’utilità di formulare ipotesi teoriche nonché della necessità di valutarne il grado di attendibilità attraverso una verifica.

La discussione che si è spontaneamente instaurata  tra gli studenti, coinvolgendo anche quelli solitamente meno motivati, su alcuni contenuti ( “assenza di peso”, energia  e lavoro delle forze di attrito)  e il necessario successivo momento di lezione dialogata  da parte dell’insegnante che ne è scaturito,  ha avuto una duplice finalità. La prima di tipo educativo  diretta verso l’attitudine a cogliere e ad apprezzare l’utilità del confronto di idee e dell’organizzazione del lavoro, la seconda orientata al potenziamento di competenze e capacità specifiche  attraverso l’approfondimento ed il consolidamento dei principali  contenuti  di Meccanica.  

 

Appendice. Le procedure per la raccolta dei dati con LabPro e DataMate

 

Nella calcolatrice deve essere installato il gruppo di programmi DataMate. Accendere la calcolatrice ed il LabPro e collegarli con il cavetto apposito.Dopo aver connesso l’accelerometro al canale 1 e il barometro al canale 2 del LabPro , si avvia il programma DataMate digitando sulla riga di comando della calcolatrice:” DataMate()” e premere ENTER. Dopo la videata iniziale, compare il MAIN MENU. Da MAIN MENU si preme il tasto numerico 1:SET UP. Questa scelta fa aprire una finestra che richiede di selezionare le sonde. Portarsi sul canale 1:CH 1 e premere ENTER; compare l’elenco delle sonde e da esso scegliere di utilizzare la sonda LOW G ACCELEROMETER. Per la calibrazione della sonda dalla finestra di SETUP premere il tasto numerico 2:CALIBRATE; premere nuovamente il tasto 2:CALIBRATE NOW. La calibrazione viene effettuata sfruttando l’accelerazione di gravità nel seguente modo [7]: posizionare l’accelerometro con la freccia marcata sull’involucro che punta verso il basso e quando il valore di tensione in corrispondenza del primo punto di calibrazione che compare sulla schermata è stabile premere ENTER e digitare il valore 0. Ruotare l’accelerometro in modo che la freccia ora punti verso l’alto; quando il valore di tensione in corrispondenza del secondo punto di calibrazione è stabile premere ENTER e digitare il valore numerico 19.6. Premendo 1:OK si ritorna alla videata di SETUP. Con il cursore portarsi sul secondo canale, CH 2. La sonda barometrica viene autoriconosciuta ma è necessario definire l’unità di misura della pressione: premere il tasto numerico 2 per scegliere, ad esempio, i mmHg. Non è necessaria per questa sonda la calibrazione perché viene eseguita dalla Ditta costruttrice. Ritornati al menù di SETUP con il cursore portarsi su MODE e premere ENTER. Premere il tasto numerico 2:TIME GRAPH che permette di scegliere l’intervallo di tempo tra i successivi campionamenti ed il numero di dati da acquisire. Per modificare i valori riportati premere 2:CHANGE TIME SETTINGS ed inserire i nuovi valori. Per preparare il sistema alla misura senza l’ausilio della calcolatrice digitare il tasto numerico 3:ADVANCE, dalla videata del TIME GRAPH SETTING. Premere due volte il tasto numerico 3, per selezionare prima CHANGE TRIGGERING e poi MANUAL TRIGGER. Premere tre volte il tasto 1:OK e il tasto 2:START; il messaggio successivo chiede di premere il tasto START/STOP sul LabPro quando si è pronti per l’acquisizione. Uscire dal programma DataMate premendo prima ENTER poi il tasto numerico 6:QUIT ed infine F5. Scollegare la calcolatrice al LabPro: il sistema è pronto per l’acquisizione dei dati in modalità separata dalla calcolatrice. Per trasferire le misure effettuate ricollegare il LabPro alla calcolatrice e avviare il programma DataMate. Una schermata chiede di selezionare il menu 5:TOOLS e, successivamente, il menu 2:RETRIVE DATA. Con questi comandi si rendono disponibili i grafici creati dai dati raccolti.

 

Note e riferimenti bibliografici

 

[1]  Si è utilizzato il  programma DataMate perché, essendo incluso nel LabPro, è immediato il suo  trasferimento sulla calcolatrice. In alternativa si può far uso di  altri programmi che siano in grado di gestire le sonde, come Physics, disponibile gratuitamente sul sito della Vernier www.vernier.com. In particolare la versione di questo programma sviluppata in Italia ha molte opzioni aggiuntive per la manipolazione ed analisi dei dati.

 

[2] Le misure effettuate e le loro elaborazioni in formato Excel sono disponibili sul sito www.fisicachimica.it

 

[3] Per la legge che lega la pressione atmosferica all’altezza, e in generale sull’utilizzo di un sensore barometrico come altimetro, si veda l’articolo di G.Pezzi “Fisica in vacanza “, in IPOTESI anno 2, n.1 www.ti.com/calc/italia/ipotesi.html

 

[4] In classe è sorto un interessante dibattito tra docente e studenti su cosa si intende per imponderabilità. Si è fatto notare che anche gli astronauti in orbita attorno alla Terra si trovano in queste condizioni poiché sono in caduta libera verso il centro del nostro pianeta. Tuttavia si  è precisato che i passeggeri dello Space Vertigo si sono in realtà trovati in una "assenza di peso apparente" intendendo per peso apparente il peso che misurerebbe una bilancia posta tra il passeggero e il seggiolino. Durante la caduta libera il peso apparente si annulla poiché la bilancia e il passeggero cadrebbero insieme e quindi non potrebbero esercitare una forza l’uno contro l’altro. Invece il peso vero non si annulla poiché esso è la forza gravitazionale che Terra esercita su un corpo e tale forza non è nulla né sullo Space Vertigo né a bordo di un’astronave in orbita.

 

[5] L’energia totale risulta positiva perché l’energia potenziale assume sistematicamente valori minori di quelli attesi. Il sensore barometrico potrebbe aver misurato una pressione atmosferica inferiore per i non più trascurabili effetti della cosiddetta ”pressione dinamica”, prevista dall’equazione di Bernoulli della fluidodinamica quando esiste un movimento relativo tra sensore e fluido. Secondo questa ipotesi, da verificare con ulteriori misurazioni, il valore della pressione dinamica determinabile dalla relazione 1/2rv2 ( r= densità del fluido, v =velocità relativa tra fluido e sensore) deve essere sottratto alla pressione misurata in condizione statiche quando il tubicino forato che mette in comunicazione  l’atmosfera con il sensore è orientato in direzione opposta al moto - come nel caso della prova effettuata- e viceversa.

 

 [6] L’accelerometro, essendo direzionale,  deve essere sistemato in modo che la freccia rossa, marcata sul suo involucro, sia sempre orientata nella direzione e verso del moto da analizzare. Nelle misure eseguite l’accelerometro essendo stato utilizzato per misurare accelerazioni nella direzione verticali è stato posizionato in modo da rivolgere la freccia verso il basso.

 

[7]  Una descrizione del principio di funzionamento e dell’utilizzo dell’accelerometro la si trova in  G.Torzo “Velocità di decollo di un aereo misurata con CBLTM”, in IPOTESI anno 4, n.2 reperibile sul sito Internet www.ti.com/calc/italia/ipotesi.html