LA TERMOLOGIA
Le
sensazioni che proviamo quando tocchiamo un corpo caldo o freddo sono:
·
Soggettive: cioè sono diverse a
seconda della persona che le prova e, inoltre, per una stessa persona dipendono
dalle sue condizioni fisiche (l'acqua a
temperatura ambiente ci sembrerà calda se toccata con una mano tenuta a lungo
in acqua fredda)
·
Limitate: in quanto non possiamo
toccare corpi troppo caldi o troppo freddi.
Pertanto, se vogliamo quantificare in modo oggettivo
le sensazioni di caldo o freddo dobbiamo definire una grandezza fisica, la temperatura, ed uno strumento atto a
misurarla, il termometro.
Il funzionamento di un termometro tradizionale si
base su due fenomeni:
·
Dilatazione termica: i
corpi aumentano di volume quando vengono riscaldati e viceversa. Nei termometri
a liquido la sostanza che si dilata è detta sostanza
termometrica. Il mercurio viene generalmente scelto come sostanza
termometrica perché a) non aderisce alla pareti del vetro b) si dilata in modo
abbastanza regolare c) essendo un metallo è un buon conduttore di calore e
pertanto il termometro è sufficiente rapido per portarsi alla stessa
temperatura con i corpi con i quali vogliamo misurare lo stato termico d)
permette di misurare temperature comprese tra limiti abbastanza estesi perché solidifica
a –39 °C e bolle a 357 °C.
·
Equilibrio termico:
due corpi a contatto, inizialmente a temperature diverse, dopo un certo
intervallo di tempo raggiungono l'equilibrio termico, cioè si portano alla
stessa temperatura, chiamata temperatura di equilibrio. Al momento di
misurare la temperatura corporea, il termometro viene messo a contatto con il
corpo fino a quando non si stabilisce tra i due l’equilibrio termico. Quindi in
realtà ciò che si misura è la temperatura del termometro!
I termometri che utilizzano come sostanza
termometrica un gas sono ingombranti e complicati da usare tuttavia hanno il
notevole vantaggio di poter funzionare su un vastissimo intervallo di
temperature: infatti la maggior parte dei gas liquefa a temperature molto
minori di quelle di solidificazione dei liquidi e ciò consente di utilizzarlo
vicino allo zero assoluto (-273°C).
Nota: Tutte
le sostanze hanno una temperatura caratteristica di fusione che è
solitamente riferita alla pressione
normale. La pressione influenza la temperatura di fusione. Il ghiaccio, ad
esempio, sotto pressione può fondere, cioè si scioglie, ad una temperatura più
bassa di 0°C. Infatti un masso appoggiato sul ghiaccio tende ad affondare
perché con il suo peso esercita una pressione che fa lentamente sciogliere il
ghiaccio sottostante.
La pressione influenza anche la vaporizzazione (evaporazione, ebollizione). E’ noto che in montagna, dove la pressione atmosferica è più bassa l’acqua bolle ad una temperatura inferiore ai 100 °C, mentre nelle pentole a pressione l’acqua bolle a temperature superiori.
Possiamo immaginare che nel processo dell’equilibrio termico qualcosa passi dal corpo caldo al corpo freddo. Analogamente se abbiamo una pentola d’acqua posta sul fuoco, è naturale pensare che qualcosa venga trasferito dalla fiamma al sistema costituito dal recipiente e dall’acqua. Possiamo dire che tra il fornello e il sistema è stata scambiata una certa quantità di calore Q, oppure che il corpo a temperatura maggiore ha ceduto calore a quello a temperatura minore. Gli scienziati del XVIII secolo sostenevano che il calore fosse un fluido invisibile (allora chiamato “calorico”) che, contenuto in maggior quantità nei corpi caldi, passasse da questi ai corpi freddi. Questa teoria era in grado di spiegare alcuni fatti , come ad esempio l’aumento di volume dei corpi quando vengono riscaldati, tuttavia essa non era capace di spiegare molte altre osservazioni come: a) il fluido calorico doveva essere privo di massa perché non si era mai osservato che una corpo durante la fase del riscaldamento aumentasse la sua massa b) se era vero che il calorico era un “contenuto” dei corpi, e quindi doveva essere quantitativamente limitato, non si spiegava coma mai fosse possibile ottenerlo in misura praticamente inesauribile per sfregamento (le nostre mani si riscaldano quando le sfreghiamo tra loro). Verso la metà del XIX secolo, gli scienziati svilupparono una nuova teoria, basata sull’ipotesi che la materia sia costituita da un gran numero di minuscole particelle (molecole) in costante movimento. In un corpo caldo, tali particelle si muovono più rapidamente, cioè hanno più energia di agitazione termica (energia cinetica), delle particelle presenti in un corpo freddo. La temperatura è la misura del grado di agitazione termica di un corpo e quando mettiamo a contatto due corpi a temperatura differente sulla superficie che li separa si scontrano le particelle veloci del corpo caldo con quelle lenti del corpo freddo. A causa degli urti le prime rallentano e le seconde acquistano velocità. Con il passare del tempo tale processo si estende anche all’interno dei due corpi fino a che i due diversi tipi di molecole hanno la stessa energia di agitazione termica e quindi la stessa temperatura. Il calore Q è quindi l’energia di agitazione termica che si trasmette da un corpo ad un altro unicamente in conseguenza di una differenza di temperatura. Anche se la teoria del calorico è stata abbandonata è , in molte applicazioni pratiche, comodo ragionare come se il calore fosse realmente un fluido.